Tramezzini BREAK ITALY: perché il distributore automatico è il tuo nemico

Tramezzino BREAK ITALY:

di come le pause pranzo sviliscano l’uomo

Spacca l’Italia! Spaccala!

Cosa: tramezzino tonno e insalata capricciosa

Nome: Break iItaly

Costo: 1,69 €

Dove: Penny Market

Giudizio: 5/5

Ognuno ha le sue fisse, io per esempio ce l’ho per i tramezzini. Ovunque vada se passando davanti al banco frigo, vedo uno di quegli orribili bianchicci gelidi tramezzini, non posso fare a meno di prenderne uno. Ho comprato tramezzini persino in un distributore automatico nella stazione di Mestre, e l’ho mangiato così, freddo di frigo e con le mani zozze di viaggio sui mezzi pubblici italici. Quella sensazione di caldo e gonfiore che dà l’orda di batteri che copulano e si moltiplicano sulla pelle delle mani. Sì, lo so… non è possibile sentire i batteri che copulano sulle proprie mani, soprattutto perché  i batteri non copulano, fanno l’amore da sé, un po’ come la divina Amanda Lear, però l’ho detto… ognuno ha le sue fissazioni.

Beh, ho mangiato un sacco di schifosissimi tramezzini. Di solito li prendo al tonno o ai gamberetti. Mai avuto il coraggio di assaggiare quelli con gli affettati di bestie… Con quelle fette di prosciutto spessissimo e lucido che gridano: “spalla! spalla!” No, no, no…

Il problema di questi tramezzini (generalmente composti da pane, mayonese e tonno) è che il pane è gnucco e pastoso, la mayonese -gelida- è indigeribile e quasi sempre in eccesso e che il tonno -troppo salato – è di pessima qualità.

Li ho provati ovunque. Dal supermercato, al negozio di alimentari sotto casa, ai già citati distributori automatici. Da Udine a Lecce. Roma compresa. Il risultato è sempre più o meno lo stesso: scadente.

L’unica eccezione, fino ad ora, era stata quel tramezzino -sempre al tonno- Freshvale del(la) Lidl. Che aveva pane decente ed integrale, tonno decente (e non squalo), alcune fettine di simil-uovo sodo e una mayonese leggermente senapata che dava il giusto brio alla cosa.

Bento!

E poi ho trovato lavoro e mi sono accorta di essere così pigra, non solo da non riuscire a preparami la schiscetta o bento, che dir si voglia, ma neanche di uscire durante la pausa pranzo per comprare qualcosa. Con quella sensazione che se fossi uscita da lì, se avessi preso la macchina per andare in qualche loco, primo: sarei tornata a casa; Secondo: non sarei più rientrata per l’ora prestabilita, perché avrei sicuramente preferito farmi azzannare dalla mia nuova ferocissima gattina, piuttosto che lavorare. E quindi niente… le mie prime pause pranzo erano costituite da un pacchetto di schiacciatine ed un Duplo. Un pacchetto di tarallucci e un Twix. Nulla di meno sano. Nulla di meno deprimente. Nulla di meno low-cost. Perché, a proposito di distributori automatici, oltre a servirti tutto ad una temperatura che rasenta lo zero, sono dannatamente cari. Che sono cose da starci attenti. Un euro qui, un euro lì e poi ti fotti il tfr, il premio  produzione, la tredicesima e quelle robe lì che, mi dicono dalla regia, non esistono più. Ah,scusate. No, anzi sucate! Non voi, LORO.

Alla macchinetta, un pacchetto singolo di schiacciatine costa sui 40-50 cent. Una confezione intera con dentro circa otto “pause pranzo”, all’Esselunga costa 1,98 € (marca: Bottoli), al Penny Market costa la metà.

Il Duplo invece, alla macchinetta, costa 70-80 cent, mentre all’Esselunga (e ho detto “Esselunga” che è uno dei supermercati più cari in Terra Lombarda) costa ben 37 cent a snack. Insomma, pagare il doppio o il triplo roba che non può essere neanche considerata un pasto, sembra oltremodo stupido e mi fa venire in mente una foto che gira da giorni su facebook.

La pigrizia durante le pause-pranzo, ahimé, rischia di essere a volte il nemico numero uno del risparmio.

Poi un giorno ho scritto questo status sulla mia pagina di Facebook:

«Il mio pranzo, sospeso, incastrato e trattenuto da due gelide molle d’acciaio, mi guarda al di là del vetro della macchinetta. Orribile artifizio, erroneamente considerato frutto del raziocinio e della tecnologia, si fa beffe di me, trattenendo per un angolo i suoi ostaggi, sordo alle mie suppliche. Vani sono persino i calci e i pugni di fronte a tanta immobile e cieca manifestazione di autorità. Una schiacciatina ed un Duplo… non chiedevo altro.»

Il mio moroso, impietosito da tanta enfasi drammaturgica, al mio ritorno mi ha fatto trovare in frigo diverse confezioni di tramezzini al tonno e soprattutto UN’INTERA confezione di Duplo! Sì, è un uomo meraviglioso se non fosse per la sua ossessione per i Singing Fish.


E arriviamo dunque a recensire il meraviglioso tramezzino del Penny Market. Meraviglioso perché prima di tutto al posto del pane c’è la focaccia. Untissima sofficissima meravigliosa focaccia. E, cosa ancor più strepitosa, sono i microframmenti di verdurine disseminati tra il tonno e la mayonese, da indentificarsi come “insalata capricciosa”. Che non solo stimola il palato solleticando la masticazione, grazie alla differente consistenza del tonno e della focaccia e della mayonese, che se uno ha i denti è bene usarli cristodiddio, fin tanto che ce li ha. Ma poi, introducendo dei vegetali, dona pure una vaga sensazione di salubrità e genuinità. Perché, come dice la mia mamma, mangiare sempre qualcosa di crudo ad ogni pasto, è cosa buona e giusta.

Il mio giudizio è ottimo dunque, nonostante lo abbia mangiato a temperatura ambiente e non lo abbia scaldato nel fornetto o sulla piastra come suggerisce la confezione. Evviva l’insalata capricciosa, abbasso le macchinette degli snack. Abbasso la Fornero! Che un fulmine colga Marchionne!

DOD CONSIGLIA

by on 1 Agosto 2012
Valeria nasce un lunedì di pioggia del novembre del 1982 a Varese. Diventa "Valeria Disagio" sull'orlo estremo tra l'adolescenza e l'età adulta. Ha esordito giovanissima con il romanzo "Casseur: la lotta, l'ebbrezza e la Città Giardino". Poi ha perso parecchio tempo nella precarietà del lavoro e nell'inquietudine politica. Ha scritto molti racconti, pamphlet e poesie. Nel 2019 sono usciti i due romanzi "I mortificatori" per Agenzia X e "Brucia le vecchia" edito da Bookabook. Ha gestito un blog - da cui è nato il libro "Discount or die" edito dalla Nottetempo - ha curato fanzine, cantato e sbraitato. Ha intenzione di continuare a fare tutto questo.

About Valeria Disagio

Valeria nasce un lunedì di pioggia del novembre del 1982 a Varese. Diventa "Valeria Disagio" sull'orlo estremo tra l'adolescenza e l'età adulta. Ha esordito giovanissima con il romanzo "Casseur: la lotta, l'ebbrezza e la Città Giardino". Poi ha perso parecchio tempo nella precarietà del lavoro e nell'inquietudine politica. Ha scritto molti racconti, pamphlet e poesie. Nel 2019 sono usciti i due romanzi "I mortificatori" per Agenzia X e "Brucia le vecchia" edito da Bookabook. Ha gestito un blog - da cui è nato il libro "Discount or die" edito dalla Nottetempo - ha curato fanzine, cantato e sbraitato. Ha intenzione di continuare a fare tutto questo.

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