Pizza vegana “My best Veggie” Lidl: qualcosa non va.

La sindrome premestruale è quella cosa per cui quando cerchi di connetterti a gmail e i problemi di connessione fanno comparire la scritta “Qualcosa non va…” ti metti a piangere e dici sì, hai ragione Google, qualcosa non va… e dopotutto a Google non si può mentire. Perché google sa tutto di noi. E intanto che tu sei lì a piangere perché google ti dice che “qualcosa non va” – ti ha smascherato lo stronzo – senti che persino le punte dei tuoi capelli sono percorse da terminazioni nervose pronte a irrigidirsi come zampe di gallina staccate a cui si tirano i tendini.

Pare che questa cosa di tirare i tendini alle zampe di gallina-pollo staccate per far si che si chiudessero in un morsa grottesca e sprecata, fosse un gioco in auge tra i giovani villani e mica poi tanto bucolici delle nostre campagne. Quello, e pulirsi il culo coi pulcini delle papere e dei germani lungo i fiumiciattoli agresti. O meglio… questo quello che mi dicevano i padri e i nonni miei e di gente varia. Tant’è che mi sembra abbastanza scontato che non è che si avesse tutto questo rispetto per gli animali, un tempo. E manco per la morte e per i cristiani. E manco per i rettiliani e le donne, i germi e le colonie micotiche all’interno delle nostre mucose. Insomma… la storia non è che vanti questi grandissimi esempi di epicità e bellezza e amore e cose che WOW che stracazzo di ficata appoggiare i miei micro-piedi sul suolo di questo pianeta meraviglioso popolato da gente grandiosa.

E poi c’è la sindrome premestruale e il formaggio vegano a complicare tutto.

Prendiamo per esempio la pizza vegana alla salsa di pomodoro del(la) Lidl. E diciamo una cosa fondamentale: costa poco (1,99€) anche se non ha dentro derivati animaleschi. E guarda caso, nel prenderla, insieme ad una bottiglia di ottimo vino bianco frizzantino bio e altre cosette perché volevo organizzare un aperitivo al moroso tormentato dai calcoli ai reni e col mal di balle da due mesi… [Guarda caro, ti ho fatto una sorpresa! Aperitivo con la pizza vegan e il vino biologico del LIDL!!!! Che massaia! Che futura moglie perfetta! Che lusso! Che sfarzo di godimento e in alto i calici-ex bicchieri della nutella coi disegni sbiaditi]. Dicevo… che questa follia consumistica e godereccia è costata esattamente € 6,66. E questa cosa non può non voler dire nulla.

Per andare al punto. La pizza vegana (è pure integrale… squillate le trombe del’apocalisse delle brutture del mondo, il bene trionferà e il mondo si appresta ad essere un posto migliore) del lidl “alla salsa di pomodoro” non è malissimo. L’impasto è gradevole, la salsa c’è davvero e non è un brutto tatuaggio-trasferello rosso sulla base. Ha una morbidezza e una consistenza di sofficità dolci e acidule e vellutate e.

Ma… ma… ma… ma porca pupazza il formaggio vegano è come la scritta di Gmail che ti dice “qualcosa non va” quando hai la sindrome premestruale e scoppi a piangere. E non importa quanto tu possa fingere che tutto vada bene e che è anche possibile essere vegan senza essere ricchi… O che non ci siano mai e poi mai momenti difficili, perché esiste un porca merda di karma che ti premia perché fai qualcosa che ritieni giusto. Una ricompensa, Principe dai mille nemici, una ricompensa! No, non è vero. Come giustamente qualcuno scrisse sulla fanpage di Discount Or Die (parlando di seitan fatto in casa):

Il bene del mondo passa per la sofferenza del portafoglio. È una cosa tanto cogliona quanto cristiana. Non ve la vorrete cavare con un sacchetto di farina manitoba?

E c’hai ragione perdinci F. Floris. E infatti il formaggio vegano della pizza vegan, integrale e a buon prezzo del Lidl non è buono, ma proprio per niente. Ma per niente. E poi boh… ora apriamo il vaso di Pandora ai commenti “che cazzo vuoi? che sia buono un non-formaggio senza latte”.  No, effettivamente non voglio che sia buono. Potrebbe però per favore non assomigliare al seme virile dell’uomo marshmallow dei Ghostbusters? Grazie.

by on 15 Novembre 2017
Valeria nasce un lunedì di pioggia del novembre del 1982 a Varese. Diventa "Valeria Disagio" sull'orlo estremo tra l'adolescenza e l'età adulta. Ha esordito giovanissima con il romanzo "Casseur: la lotta, l'ebbrezza e la Città Giardino". Poi ha perso parecchio tempo nella precarietà del lavoro e nell'inquietudine politica. Ha scritto molti racconti, pamphlet e poesie. Nel 2019 sono usciti i due romanzi "I mortificatori" per Agenzia X e "Brucia le vecchia" edito da Bookabook. Ha gestito un blog - da cui è nato il libro "Discount or die" edito dalla Nottetempo - ha curato fanzine, cantato e sbraitato. Ha intenzione di continuare a fare tutto questo.

About Valeria Disagio

Valeria nasce un lunedì di pioggia del novembre del 1982 a Varese. Diventa "Valeria Disagio" sull'orlo estremo tra l'adolescenza e l'età adulta. Ha esordito giovanissima con il romanzo "Casseur: la lotta, l'ebbrezza e la Città Giardino". Poi ha perso parecchio tempo nella precarietà del lavoro e nell'inquietudine politica. Ha scritto molti racconti, pamphlet e poesie. Nel 2019 sono usciti i due romanzi "I mortificatori" per Agenzia X e "Brucia le vecchia" edito da Bookabook. Ha gestito un blog - da cui è nato il libro "Discount or die" edito dalla Nottetempo - ha curato fanzine, cantato e sbraitato. Ha intenzione di continuare a fare tutto questo.

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