Olio di gomito W5: I want to believe!

Olio di gomito W5: I want to believe!

verde alieno

Nome: W5

Categoria: Igiene della casa

Dove: LIDL

Giudizio: Agnostico

Alla LIDL vendono tutta una serie di prodotti per l’igiene della casa che si chiamano W5. C’è la linea normale dai suoi colori accesi e chimicheggianti e c’è la linea ecologica, coi suoi non-colori verdosini e trasparentini. Io ho provato quelli ecologici. E’ da un po’ che ci penso… è da un po’ che ho il titolo in testa “Olio di gomito W5” e cerco gli argomenti per convincervi dell’inutilità della linea W5… ma ho fatto un errore: ho fatto una ricerca sui forum femminili (MAI MAI andare sui forum femminili se non si è pronte ad accettare il fatto che a fine giornata potresti aver voglia di legarti le tube di falloppio).

Sono capitata su vari forum femminili e sembrava che tutte celebrassero incondizionatamente i prodotti W5, allora… allora, amici miei, ho dubitato. Lo so… è terribile. Le opinioni, scambiate su siti tipo “la perfetta casalinga”, da utenti dal nome “pettirosso” o “ladyhawk” o “fatina” sono ruscite a farmi dubitare e questo post, col titolo predefinito (Olio di gomito W5), è rimasto nei miei pensieri.

Ma poi è successa un’altra cosa, questa volta illuminante. Un po’ come quando Jessica Fletcher capisce chi è l’assassino e rimane in stand bye con l’occhio vago per un po’ e tutti la pigliano per una vecchia di merda. A me questa epifania mi è capitata alla toilette.

Dopo aver acquistato un pulisci cesso ecologico W5 per il water (incolore e quasi inodore) ed esserne rimasta profondamente delusa… ne ho acquistato uno meno economico (non ricordo ora la marca, ma è di un blu elettrico e di un profumo di chimico che ti stende). Nel momento in cui l’ho versato sulle pareti del cesso mi sono sentita immediatamente pervasa da un senso di “efficacia”. Sono quasi convinta di aver sentito l’impercettibile brusìo dello sporco che perisce per mano della chimica…. ma in fin dei conti, una volta tirato lo sciacquone, ti accorgi che non c’è tutta ‘sta differenza. A parte il colore e il profumo, appunto. E in questi due elementi che sta la mia epifania o illuminazione Fletcheriana.

Lo stesso pulisci cesso ecologico per water W5 mi sembrava meno efficace solo perché non era blu e non profumava. Cosa che mi è capitata in passato usando uno shampoo biologico che non faceva abbastanza schiuma per i miei gusti.

Il nostro concetto di igiene si sorregge forse su questi tre elementi: colore, profumo e schiuma?
Non ci sto… mi duole ammettere che forse Fatina e LadyHawk avevan ragione. Ovviamente hanno molta più esperienza di me… così tanta esperienza che scrivono su forum femminili per dare preziosi consigli su quali prodotti usare (tutte sconsigliano una tale “scopa rotante” non so e non voglio sapere che cosa sia…)

Ma io mi spingo ancora più in là. Superata la convizione popolare che se una cosa è profumata, colorata e fa schiuma è perché pulisce meglio di altre… dopo aver messo in dubbio il dogma, viene spontaneo mettere in discussione tutto. Il dubbio è qualcosa di contagioso e, nelle dinamiche, vicino all’isterismo e alla paranoia.

Ho fatto una prova. Metà lavandino pulito con detergente per superfici lavabili per bagno W5 (al limone, confezione giallina) e metà solo con acqua e pressione manuale di spugna su ceramica.  Per l’ennesima volta… credo di non aver trovato una grossa differenza.

E allora mi spingono ancora più in là…

Siamo davvero convinti che servano minimo 4 confezioni di prodotti diversi solo per pulire un cesso?

Tirando le somme:

I prodotti W5 sono pressochè inutili, ma per questo non andrò di certo a spendere i soldi che costano quelli di marca… quindi tutto si riduce ad una scelta…

Spendere molto per prodotti di marca (fico lo sgrassatore Chanteclair, peccato che aumenti di prezzo di circa un euro all’anno),  scegliere i prodotti W5 con il loro costo contenuto e quel po’ di colore, profumo e schiuma che bastano per darci l’illusione dell’igiene…. o la terza via.

La mia santa mamma usa l’aceto bianco più spuzzo in commercio (50 cent per circa due litri) per pulire le superfici in acciaio della cucina e il risultato è perfetto. Fanculo lo sgrassatore, lo smac e lo scottex che serve per asciugare e lucidare.

Per quasi tutto il resto basta l’alcol.

Per piatti e panni la cosa si fa ardua, ma vi aggiornerò.

D.O.D CONSIGLIA

by on 29 Luglio 2010
Valeria nasce un lunedì di pioggia del novembre del 1982 a Varese. Diventa "Valeria Disagio" sull'orlo estremo tra l'adolescenza e l'età adulta. Ha esordito giovanissima con il romanzo "Casseur: la lotta, l'ebbrezza e la Città Giardino". Poi ha perso parecchio tempo nella precarietà del lavoro e nell'inquietudine politica. Ha scritto molti racconti, pamphlet e poesie. Nel 2019 sono usciti i due romanzi "I mortificatori" per Agenzia X e "Brucia le vecchia" edito da Bookabook. Ha gestito un blog - da cui è nato il libro "Discount or die" edito dalla Nottetempo - ha curato fanzine, cantato e sbraitato. Ha intenzione di continuare a fare tutto questo.

About Valeria Disagio

Valeria nasce un lunedì di pioggia del novembre del 1982 a Varese. Diventa "Valeria Disagio" sull'orlo estremo tra l'adolescenza e l'età adulta. Ha esordito giovanissima con il romanzo "Casseur: la lotta, l'ebbrezza e la Città Giardino". Poi ha perso parecchio tempo nella precarietà del lavoro e nell'inquietudine politica. Ha scritto molti racconti, pamphlet e poesie. Nel 2019 sono usciti i due romanzi "I mortificatori" per Agenzia X e "Brucia le vecchia" edito da Bookabook. Ha gestito un blog - da cui è nato il libro "Discount or die" edito dalla Nottetempo - ha curato fanzine, cantato e sbraitato. Ha intenzione di continuare a fare tutto questo.

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