Senape Lidl, recinzione gioiosa
Cosa: Senape
Nome: Senf mid-forte Winarom
Dove: Lidl
Prezzo: (è sempre dannatamente difficile non perdere gli scontrini. Integreremo ASAP! N.d.c.)
Giudizio: 5/5
Un prodotto che si può definire – senza tema di smentite – definitivo.
A cominciare dal nome: splendido esempio del raziocinio teutonico applicato al marketing (keine Scheißer, diceva Von Clausewitz), questa senape si chiama Senape. In tedesco per di più, che vi imparate le lingue.
Lontana anni luce dall’acredine acidula delle mostarde franciose, tutte semini e birignao. Con il nome sbagliato oltretutto. Che ‘sta roba fa impazzire i doppiatori dei film americani (no, non è vero, quelli se ne battono le palle e verosimilmente lo farete anche voi): chiaro che il labiale di ‘senape’ con quello di ‘mustard’ non ci azzecca proprio, ma nell’hot dog mica ci metti la mostarda, ci metti la senape*.
Comunque,
È targata Winarom, che credo sia il brand salsistico della Lidl. La quale Lidl ci mette, in ogni caso, la faccia.**
Essa (la senape) non risiede in una confezione plastica, ma nemmeno in uno spocchioso barattolino di vetro (che, una volta terminato, resterà sopra il lavandino in eterno, in un perenne limbo asciugatorio). Sta senape qui è nel tubetto. Bello il tubetto, no?
La parolina magica è mid-forte: altre promettono analoghe prestazioni ma poi, alla prova dei fatti, si rivelano comunque o troppo hardcore (e in un contesto grigliastico coprono irrimediabilmente il gusto, per esempio, dell’abbacchio), o sciapine (e lì tanto vale, meglio marinare nella birra).
Questo tubbetto maggico della Lidl invece, ci ha proprio il giusto mordente.
Se siete feticisti della senape, poveracci o vegetariani (celo celo manca), potete pure mangiarvela sul pane, senza nient’altro: fa molto DDR.
Coi biuster o con le verdure crude, è la morte sua. Riesce anche a nobilitare quelle tristi fettine di pollo a cui ci costringiamo noi yuppie dopo le lezioni di spinning.
Unica nota dolente: il supporto tubettistico che, a contatto prolungato con le temperature baltiche dei frighi, diventa gelido e bagnaticcio (ma questa è solo una notazione stilistica) e si rompe nelle pieghine. Se il tubetto è stato usato più volte, vi si trovano innumerevoli pieghine. Ergo, mani e frighi si immerdano di senape (che l’esposizione reiterata agli agenti esterni secca e altera cromaticamente – da quel bel giallone a un marroncino loffio). Ma tant’è.
In ogni caso eccellente.
* Non prendetela per una riflessione futile, pure Confucio diceva che la prima cosa da fare è rettificare i nomi. Confucio, mica il Divino Otelma.
**Più apprezzabile rispetto a quei grandi capitalisti che giocano biecamente con i sentimenti per arricchirsi a nostra insaputa (mi riferisco, ovviamente, ai pelati Ho Chi Minh e alla cartigienica Guevara, la cui origine caprottica è celata ai più).