BioSlym: il latte di soia dell’onnivoro.

Il simil-latte alla soia, il simil-Steve Jobs ed il fu pancreas di Ashton Kutcher

Cosa: Latte di soya

Dove: Eurospin

Prezzo: 1,19

Voto: 4/5

Notizia del giorno: Ashton Kutcher s’è fracicato il pancreas. Motivo? Per interpretare al meglio Steve Jobs in un film, ha adottato per un po’ di mesi la dieta fruttariana del compianto (non da me) inventore di iphone e ipad.

Un figone che dovrebbe essere istituito a patrimonio dell’umanità dall’Unesco, che non solo è riuscito a infinocchiare Demi Moore, ma l’ha anche mollata, lasciandola in preda della depressione più nera, è ora all’ospedale per una dieta a base di frutta di stagione.

Lo so, sarò impopolare, sarò additato come assassino, necrofago, cannibale, crudele ecc, ma la mia alimentazione è ciò di più lontano dalla definizione di “vegatariano” e/o “vegano”, figuriamoci “fruttariano”. Comprenderete quindi la mia intolleranza e antipatia se questa, la scelta fruttariana nella fattispecie, mi porta persino via il sex symbol dei miei sogni.

E potrete anche capire il disappunto e lo sconforto nel realizzare, dopo un paio di anni di mal di pancia e cagotto plurimo quotidiano, che forse il latte vaccino mi dava un pelo fastidio. Ebbene si, l’ho dovuto ammettere a me stesso, sono anche io uno degli sfortunati incapaci il cui organismo, dopo anni di sana e cruenta digestione latticina, dimentica di punto in bianco come si sintetizza la lattasi e diventa intollerante al lattosio.

Le soluzioni per la colazione sono due: svegliarsi mezz’ora prima per prepararsi un the, farlo raffreddare, berlo e avere fame già mentre ti lavi i denti, o passare al lato oscuro della forza, il latte vegetale.

More fruits, more Jobs

Nonostante la premessa famelica e crudele, a mia discolpa devo dire che non sono un bigotto: a volte bevevo già latte di soia, ogni tanto mangio tofu e seitan, quindi non ho avuto problemi di ribrezzo o disgusto, ma solo di puntiglio e orgoglio onnivoro. Nonché di portafoglio. Perché il latte vegetale, nonostante sia poco più che acqua sporca, costa un occhio della testa, anche oltre 3 euro a litro per le marche più blasonate. E spesso fanno pure schifo (vedi Valsoia o Scotti)

Dopo varie soluzioni da discount, che mi hanno soddisfatto chi più chi meno (anni fa all’MD di Napoli trovavo un latte di soia a 1,50 OTTIMO), ho finalmente incontrato il mio amore mattutino: la linea Soya e Natura della BioSlym. Accattivante e seducente nel packaging, conveniente nel prezzo, con ingredienti biologici, italiani e non OGM, con aggiunta di alghe che apportano calcio, offre un’ampia gamma di latti vegetali, che vi elenco in ordine decrescente di gradimento:

1) Riso: buono, buono, buono. Il latte di riso è spesso acqua e zucchero. Il prodotto della Bio Slym è senza zuccheri aggiunti, quindi ha una sua dolcezza tutta naturale che non eccede mai ma si fa sentire con chiarezza, risulta delicato e piacevole, molto rinfrescante. Confezione rossa.

2) Soia e cioccolato: ex-aequo con il precedente. Il segreto sarà che tra gli ingredienti non c’è solo cacao, ma anche “cioccolato”. Significherà che è più grasso? Chissenefrega, è squisito, denso come una vera cioccolata calda, non troppo dolce, ne berresti a litri ogni volta. NB: l’ultima volta che l’ho assaggiato l’ho trovato nettamente meno cioccolatoso (lo si vedeva anche dal colore), sarà stato un lotto uscito male, o hanno iniziato a fare gli stronzi alla Bio Slym? Confezione marrò.

3)Soia e Vaniglia: questo è già un gradino inferiore. La vaniglia è troppo forte, sembrerebbe quasi chimica, anche se a quanto ricordo era indicata come bio pure lei. Il risultato è che sembra un filo troppo dolce e dopo un bicchiere è già stucchevole. Ma forse son gusti. Confezione giallina.

4)Soia e Riso: qui l’antipatia verso questi salutisti a tutti i costi inizia di nuovo ad affiorare. La bevanda infatti è buona, con un rapporto equo tra riso e soya (e secondo alcune strambe teorie il rapporto carboidrati-proteine dovrebbe essere migliore per l’organismo). Il problema è che non ci sono zuccheri aggiunti, per cui risulta meno piacevole da bere, ma c’è da dire che la dolcezza dell’amico riso compensa il carattere un po’ scontroso e pre-mestruale della signorina soia e la bevanda si salva in corner. Confezione verdina.

5)Soia: l’antipatia aumenta, perché anche qui di zuccheri aggiunti non ce ne sono affatto (e a tradimento direi, perché è scritto solo in piccolo sul retro), ma la soia da sola non riesce ad essere gradevole. La nota positiva è (come per le altre versioni, ma qui a maggior ragione) che il fagiolo non si sente, il latte ha una certa densità che fa piacere, e la sua rusticità ti dà proprio la sensazione di stare bevendo qualcosa di sano. Tocca sperimentare con zucchero e miele. Confezione azzurrina.

6)Soia e Aloe: la nota dolente della linea (il motivo del 4 al posto del 5). Io non so che proprietà abbia l’aloe, a parte stare sui fazzoletti e nelle ricette di Clio Make Up, ma il suo succo nel latte di soia fa veramente schifo! Sembra di bere il concentrato di una potatura di siepi! Per l’orrore che mi pervade non so dirvi nulla su zuccheri, altri ingredienti e forse neanche sulla confezione. Anzi no, è verde scuro, color rughetta.

Fin’ora la selezione è questa, ma sono sicuro che la Bio Slym sarà capace di sorprenderci con nuove proposte. Una pecca importante, ma non so quanto sia diffusa altrove, è che difficilmente si trovano. L’eurospin più vicino (provincia di Latina) per molti mesi non ne è stato più rifornito. Da un po’ di tempo invece la linea Soya e Natura è tornata sugli scaffali, tranne le bibite al cioccolato e alla vaniglia. Dovrei chiedere se c’è un problema di distribuzione o magari è una scelta del punto di vendita, vi terrò aggiornati.

PS:ma sulla confezione la tipa sarà mica Demi Moore che se la ride sotto i baffi e brinda al pancreas dell’ex?

[A cura di Micmat]

 

by on 4 Febbraio 2013

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