Marmellata di fragole e banane

Ricetta della marmellata di fragole (con il Bimby) con una banana come addensante e dolcificante.

Quella manifestazione di Natura semi-addomesticata formerly known as orto è prima di tutto un esercizio al desiderio. Passi un anno a desiderare cose sbagliate e super sexy come le fragole a dicembre nei supermercati ma ti astieni aspettando che arrivino le tue di fragole. Poi arrivano le fragole, tantissime, buonissime, tutte insieme, troppe. Da non sapere più che farsene. E non ti rimane che condividere e donare quest’abbondanza a chi hai intorno. Eppure quelle fragole (cetrioli, ciliegie, zucchini, pomodori…) sono sempre più di quante se ne possano mangiare in una stagione. Ma non riesci a farle andare a male perché ti ricordi di quel desiderio a cui ti sei astenuta per tutto il resto dell’anno.

Allora cerchi il modo di conservare quell’abbondanza e preservare quel piacere con confetture, sott’oli e barattolame vario – scongiurando il botulino – in attesa di quei tempi di assenza.

E niente, volevo dire che ho fatto questa marmellata con le nostre fragole e ci ho messo una banana dentro, perché era mezza marcia – sebbene quella che per noi è una banana marcia per altri è una banana matura e quella che per noi è una banana matura, per il resto di buona parte del mondo è una banana acerba – ed è buona in modo commovente perché, per sapore e consistenza, è come se stessi mangiando pane, burro e marmellata… ma senza burro! Giurin giuretta.

RICETTA DELLA MARMELLATA DI FRAGOLE CON POCO ZUCCHERO, SENZA SBATTY E FRUTTAPEC

INGREDIENTI

  • 1 kg di fragole
  • 250 g di zucchero di canna
  • 2 banane
  • limone

PROCEDIMENTO

Raccogliete le fragole, lavatele per benino, tagliate il buffo cappellino verde che indossano e tagliatele senza troppi sbattimenti. Mettetele nel Bimby.

Leggi qui per scoprire come moltiplicare le fragole con delle lattine di birra o dei bicchierini biodegradabili.

Aggiungete la scorza del limone grattugiata – che ho scoperto l’altro ieri si scriva con una G sola, incredibile – badate bene che non sia un limone bello ma infame che è tutto apparenza, ma che nasconda il capitalismo come il femminismo di Freeda Magazine. Aggiungete anche il succo del limone filtrato dai semini che sono amari e poi vi cresce la pianta nello stomaco. Giuro. Ed è un casino vivere con delle radici di un limone che affondano nell’intestino tenue.

Aggiungete lo zucchero, per ora. Nel senso che ogni volta che faccio la marmellata ne aggiungo sempre meno e non è che faccia così schifo eh. E poi comunque qui c’è il trucco della banana molto, molto matura. Che dona dolcezza e cremosità al tutto.

Azionate il Bimby a 100° (con il cosino che tappa il buco del coperchio) e fate andare a velocità 1 per almeno 30 minuti. Ad una certa, magari, date un occhio alla consistenza con la prova del piatto!

QUANTO DEVE ESSERE DENSA LA MARMELLATA?

Saranno fattacci suoi, mica vogliamo imporre degli standard di consistenza alla marmellata, diamine! Dopo aver espresso a chiare lettere su tutti i vostri canali social che la marmellata è sempre bella così com’è, potete fare di nascosto la prova del piatto che consiste, insomma, nel prendere un cucchiaino di marmellata, metterla su un piatto e inclinarlo un cicinin per vedere se la marmellata sbrodola via lasciando una scia acquosa o si muove molto lentamente e in modo compatto, come l’ultimo dei ghiacciai che resisterà sulle vette prima della nostra completa estinzione quando questo, grazie alle Dea, avverrà. Amen.

Se la vostra marmellata non ricorda l’ultimo dei ghiacciai, ma del moccio liquido all’inizio di un bel raffreddore, allora togliete i cosino che tappa il buco del coperchio del Bimby e fate un po’ evaporare il liquido in eccesso.

Una volta soddisfatti e soddisfatte, non vi resta che mettere tutto in un barattolo bello lindo e pulito. La marmellata così prodotta dura in frigo massimo massimo una settimanella. Se diventa frizzante direi di buttarla, ecco. Altrimenti potete optare per succhiare via l’aria dal barattolo per poterla conservare diversi mesi. Come?

Ne parlo qui.

Leggi qui per scoprire come sterilizzare i barattoli in pochi minuti e scongiurare il botulino che è una cosa seria. Ma seria seria, per davvero. Tipo che muori.

by on 11 Marzo 2021
Valeria nasce un lunedì di pioggia del novembre del 1982 a Varese. Diventa "Valeria Disagio" sull'orlo estremo tra l'adolescenza e l'età adulta. Ha esordito giovanissima con il romanzo "Casseur: la lotta, l'ebbrezza e la Città Giardino". Poi ha perso parecchio tempo nella precarietà del lavoro e nell'inquietudine politica. Ha scritto molti racconti, pamphlet e poesie. Nel 2019 sono usciti i due romanzi "I mortificatori" per Agenzia X e "Brucia le vecchia" edito da Bookabook. Ha gestito un blog - da cui è nato il libro "Discount or die" edito dalla Nottetempo - ha curato fanzine, cantato e sbraitato. Ha intenzione di continuare a fare tutto questo.

About Valeria Disagio

Valeria nasce un lunedì di pioggia del novembre del 1982 a Varese. Diventa "Valeria Disagio" sull'orlo estremo tra l'adolescenza e l'età adulta. Ha esordito giovanissima con il romanzo "Casseur: la lotta, l'ebbrezza e la Città Giardino". Poi ha perso parecchio tempo nella precarietà del lavoro e nell'inquietudine politica. Ha scritto molti racconti, pamphlet e poesie. Nel 2019 sono usciti i due romanzi "I mortificatori" per Agenzia X e "Brucia le vecchia" edito da Bookabook. Ha gestito un blog - da cui è nato il libro "Discount or die" edito dalla Nottetempo - ha curato fanzine, cantato e sbraitato. Ha intenzione di continuare a fare tutto questo.

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